Con il programma nazionale Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori e con il Piano Nazionale Nuove Competenze, la formazione torna al centro delle politiche attive del lavoro, come soluzione migliore per risolvere il problema del capitale umano. Si prevede:
- adozione e avvio, d’intesa con le Regioni, del Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori quale programma nazionale di presa in carico, erogazione di servizi specifici e progettazione professionale personalizzata;
- adozione e avvio del Piano Nuove Competenze, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con Anpal e d’intesa con le Regioni, con l’obiettivo di riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e disoccupati.
Quest’ultima azione avviene mediante il rafforzamento del sistema della formazione professionale e la definizione di livelli essenziali di qualità per le attività di upskilling e reskilling. Il tutto in favore dei beneficiari di strumenti di sostegno (Naspi e Dis-Coll), dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza e dei lavoratori che godono di strumenti straordinari o in deroga di integrazione salariale (Cigs, cassa per cessazione attività, trattamenti in deroga nelle aree di crisi complessa).
A fronte della diversa composizione dei beneficiari del programma G.O.L. - Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori sono previsti cinque diversi percorsi di riferimento.
1 | reinserimento occupazionale per chi è già occupabile;
2 | upskilling, in cui gli interventi formativi richiesti sono prevalentemente di breve durata e con contenuti e finalità prevalentemente professionalizzanti, che prevedono un’attività meno intensa per il necessario adeguamento delle competenze;
3 | reskilling, in cui è necessaria invece una più robusta attività di formazione per avvicinare la persona in cerca di occupazione ai profili richiesti dal mercato e prevede l’innalzamento del livello di qualificazione;
4 | lavoro e inclusione, quando le politiche attive del lavoro da sole non sono sufficienti a migliorare l’occupabilità del lavoratore, essendo presenti ostacoli e barriere che vanno oltre la dimensione lavorativa (come per molti beneficiari del Reddito di Cittadinanza);
5 | ricollocazione collettiva, quando appare opportuno siano valutati i profili di occupabilità non singolarmente, ma per “gruppi” di lavoratori.