CASARTIGIANI ha partecipato, in data 30 novembre u.s., all’incontro convocato dal ministro del lavoro Andrea Orlando, per illustrare alle Parti sociali il Piano Nuove Competenze, in vista della imminente approvazione dei decreti attuativi della riforma prevista nel PNRR. Come noto, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Componente “Politiche per il lavoro” della Missione 5 prevede la riforma delle Politiche attive del Lavoro e della Formazione. Secondo quanto negoziato con la Commissione europea, Il Governo si è impegnato a realizzare tale obiettivo nel rispetto di precise scadenze, che prevedono, come primo step, l’adozione con normativa nazionale di una riforma del sistema delle politiche attive, entro la fine del 2021. Tale riforma dovrà avvenire con l’adozione di due decreti interministeriali, uno per l’approvazione di GOL - Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (già in dirittura d’arrivo) e uno per il Piano Nuove Competenze.
Nello specifico l’incontro di oggi aveva la finalità di registrare una condivisione in via generale delle Parti sociali rispetto all’impostazione strategica che il Governo vuole perseguire con il Piano Nuove Competenze, la cui finalità è quella di garantire servizi formativi di aggiornamento e riqualificazione efficaci dei lavoratori (sia disoccupati che occupati), finalizzati alla realizzazione di politiche attive composite, in grado di comunicare con il sistema di istruzione e formazione professionale e di intercettare i fabbisogni formativi delle imprese, da applicare a livello territoriale in una rete di servizi integrati.
A tal proposito, CASARTIGIANI ha evidenziato il ruolo dei Fondi interprofessionali e di Fondartigianato in particolare, che hanno nel proprio bagaglio tutti gli strumenti e la capacità di incrociare al meglio le esigenze del mercato del lavoro composto essenzialmente di micro e piccole imprese. Per CASARTIGIANI la direzione è quella giusta, con l’attenzione a mantenere forte il coordinamento tra i diversi attori coinvolti nella gestione sia delle politiche attive, sia della formazione, e garantire comunque allo Stato quel ruolo di sussidiarietà nei confronti degli enti territoriali che si dimostrino inadeguati a gestire i processi di riforma, al fine di non disperdere la portata delle misure nel processo di attuazione del Piano nazionale.